Grazie al “taglia-leggi” ora arriverà la valanga dei decreti

Due gli appuntamenti più rilevanti di ordine politico-istituzionale di fine anno: la conferenza stampa del presidente del Consiglio sull’attività del governo e il consueto messaggio del Capo dello Stato a reti tv unificate. L’anno si lascia indietro anche l’attività legislativa. Dei circa mille provvedimenti previsti dai governi Monti-Letta-Renzi (nessuno dei tre eletti dal popolo) ne sono stati adottati 717. Ne mancano all’appello 271. Non pochi. Ma potevano essere di più. Il risultato è il frutto di un provvedimento poco conosciuto preso a novembre 2015. Si chiama “taglia-leggi” ed è inserito nella riforma della Pubblica amministrazione che porta il nome della ministra Madia.

Con un colpo solo sono stati tagliati 46 provvedimenti attuativi divenuti obsoleti o superati da altre norme. Con l’inizio del 2016 la situazione peggiora a causa della Legge di Stabilità, un testo mostruoso di 999 commi riuniti in un unico articolo. La legge avrà bisogno di almeno 150 successivi provvedimenti tra decreti ministeriali, interministeriali, decreti della Presidenza del Consiglio, normative fiscali, protocolli d’intesa, comunicazioni. In pratica una quarantina in più della prima manovra del governo Renzi e il doppio dell’ultima Finanziaria targata Letta.

La parte del leone nelle decisioni spetterà al ministro dell’Economia che dovrà soprattutto affrontare, attraverso il Fondo da 100 milioni, la questione dei rimborsi ai risparmiatori delle quattro banche sottoposte a “ risoluzione”, in termini semplici fallite con azzeramento dei risparmi. Palazzo Chigi da parte sua dovrà emettere 27 decreti tra cui quello per il bonus da 500 euro da erogare a chi compie diciotto anni. Un percorso tortuoso è quello relativo alle leggi delega che hanno bisogno di decreti attuativi. Sono 46 i decreti delegati prodotti dal Jobs Act, dal provvedimento sul fisco alla riforma della Pa e alla “ buona scuola”.

Secondo un’analisi del “Sole 24 ore” non è finita qui perché è stata creata una specie di effetto “ matrioska”, un provvedimento dentro l’altro. Una volta si chiamavano scatole cinesi. Per il Jobs Act, a fine dicembre, ne era stato varato soltanto uno (riordino dei contratti), per la delega fiscale sono stati approvati 22 decreti (di cui 17 per il 730 precompilato) dei 57 necessari. Tutto fermo ancora per i 18 decreti delegati della riforma della Pubblica amministrazione e dei 9 della riforma sulla “ buona scuola”.

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